La manovrina correttiva di fine anno, di appena sedici miliardi di euro, si è abbattuta come una mannaia sugli italiani. L'imposizione fiscale è aumentata su tutti i fronti, a partire dall'aumento dell'IVA e dei prezzi del carburante, che costa più del latte, per passare all'introduzione dell'IMU.
Le lacrime erano dovute.
D'altronde noi trentenni, si sa, dobbiamo pagare gli errori delle genereazioni che ci hanno preceduto, dei nostri genitori e dei nostri nonni, che potevano permettersi di costruire una prima, una seconda e una terza casa: loro facevano mutui per comprare immobili, noi facciamo finanziamenti per comprare il televisore; che potevano permettersi d'avere tassi d'interesse sui depositi bancari al 12%; che potevano avere un lavoro a tempo indeterminato. Che potevano avere tutto, oltre le loro disponibilita.
Tanto pagava lo Stato. Con la esse maiuscola.
Lo stato che per lusingare i suoi cittadini, si indebitava fino al collo. E pure oltre.
Ma i governanti di allora, furono poco lungimiranti. Non ebbero il senso della misura. Non seppero dire basta.
E oggi paghiamo. E pagheremo ancora per tanti anni gli errori di chi, prima di noi, ha sbagliato. I loro agi e il loro benessere economico, lo pagheremo noi e la generazione che ci seguirà.
Ma, tant'è. Non c'erano altre possibilità: o il baratro, in stile greco, o i sacrifici. Tertium non datur.
Mauro Marsella
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