
Le lacrime erano dovute.
D'altronde noi trentenni, si sa, dobbiamo pagare gli errori delle genereazioni che ci hanno preceduto, dei nostri genitori e dei nostri nonni, che potevano permettersi di costruire una prima, una seconda e una terza casa: loro facevano mutui per comprare immobili, noi facciamo finanziamenti per comprare il televisore; che potevano permettersi d'avere tassi d'interesse sui depositi bancari al 12%; che potevano avere un lavoro a tempo indeterminato. Che potevano avere tutto, oltre le loro disponibilita.
Tanto pagava lo Stato. Con la esse maiuscola.
Lo stato che per lusingare i suoi cittadini, si indebitava fino al collo. E pure oltre.
Ma i governanti di allora, furono poco lungimiranti. Non ebbero il senso della misura. Non seppero dire basta.
E oggi paghiamo. E pagheremo ancora per tanti anni gli errori di chi, prima di noi, ha sbagliato. I loro agi e il loro benessere economico, lo pagheremo noi e la generazione che ci seguirà.
Ma, tant'è. Non c'erano altre possibilità: o il baratro, in stile greco, o i sacrifici. Tertium non datur.
Mauro Marsella
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